Il trasporto delle merci in Europa
Il settore dei trasporti e della logistica, con il 9% circa del Pil e l’8% degli occupati, è uno dei principali comparti dell’Unione, svolgendo un ruolo fondamentale di connessione fisica con i mercati interni ed esterni, oltre a favorire lo sviluppo economico e la coesione territoriale e sociale. La capacità competitiva dell’economia europea a livello internazionale dipende infatti sempre più dal suo livello di connettività e dall’efficienza dei suoi trasporti.
Gli investimenti nel settore e nelle sue infrastrutture sono pertanto gli strumenti principe per rafforzare il grado di coesione interna dell’Unione, combattere le esternalità negative dei trasporti e i loro effetti sul cambiamento climatico. Nel periodo 2007-2020, ad esempio, la politica dei trasporti è stata sostenuta concretamente da stanziamenti finanziari pari a 197 Mrd.€.
Non è un caso quindi che fin dalla origini, l’Unione Europea abbia dato grande importanza alle infrastrutture e ai servizi di trasporto. Nel Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), l’art. 4 indica i trasporti e le reti transeuropee tra i settori sui cui l’Unione ha una competenza concorrente con quella degli Stati membri e il Titolo VI (art. 90-100) e il Titolo XVI (art. 170-172) definiscono i principi e gli obiettivi dell’Unione e l’ambito d’azione all’interno di questi specifici settori d’intervento.
In particolare, per quanto riguarda l’aspetto infrastrutturale, il TFUE indica nelle reti transeuropee di trasporto (TEN-T) gli strumenti per consentire ai cittadini dell’Unione, agli operatori economici e alle collettività regionali e locali di beneficiare pienamente dei vantaggi derivanti dall’instaurazione di uno spazio senza frontiere interne (Art. 170).
I vari progetti TEN-T sono stati più volte modificati per arrivare agli attuali 9 corridoi, tra i quali, di particolare importanza per il progetto GeTRI, il n. 6 Reno-Alpi, che mette in relazione i porti del Range North (Rotterdam e Anversa) con quello di Genova, attraversando da Nord a Sud, alcune delle aree economiche più sviluppate del continente europeo come la Ruhr renana, le regioni del Reno-Meno-Neckar, la Svizzera e Milano.
La logistica tra sviluppo ed esternalità
La nostra economia e il nostro benessere dipendono sempre più dalla logistica e dai trasporti, dalla loro capacità di fornire nei tempi e nei modi convenuti e a costi sostenibili le materie prime e i semilavorati necessari al sistema industriale, piuttosto che garantire ai consumatori la consegna dei beni necessari attraverso i canali di approvvigionamento della Grande Distribuzione, dei negozi tradizionali e sempre più dell’e-commerce.
Le trasformazioni avvenute hanno fatto della logistica un attore fondamentale della globalizzazione, a sua volta favorita da innovazioni quali il container, che ha rivoluzionato, non solo il trasporto marittimo, ma l’organizzazione stessa delle filiere logistiche, incentivando la loro standardizzazione a tutti i livelli. Ma ancora più profondo e dirompente è stato l’impatto dell’informatica e di Internet che hanno modificato radicalmente i sistemi di produzione, le forme organizzative delle imprese e degli stessi mercati e hanno connesso in un’unica rete mondiale uomini, aziende, infrastrutture, cose e mezzi di trasporto.
Se la logistica è pertanto essenziale all’economia attuale, essa comporta però importanti esternalità, come il consumo di suolo dei magazzini, o le emissioni dei mezzi di trasporto, che devono essere affrontate con decisione.
Proprio il tema del trasferimento modale è una delle questioni all’ordine del giorno per rendere più sostenibile ed eco-friendly una fase essenziale ed imprescindibile come quella del trasporto delle merci dai punti di origine a quelli di destino.
Da questo punto di vista la ferrovia gioca un ruolo importante nel percorso di riequilibrio tra modalità di trasporto, che vede allo stato attuale l’assoluta dominanza del tutto-strada. Basti pensare che a livello di Unione Europea il 75% delle merci viaggia su strada (fonte Eurostat), mentre la ferrovia rappresenta solo il 18% del totale (il restante 6% percorre le vie d’acqua interne), percentuali che in un paese come l’Italia si collocano rispettivamente, nel 2019, all’88% e al 12%.
Scopo del progetto GeTRI è proprio quello di dare un contributo allo switch modale in un settore senz’altro specifico come quello degli inerti vergini e dei rifiuti inerti, ma generatore di intensi rapporti trasportistici tra Italia e Svizzera.