Verso l’economia circolare: evoluzione dei modelli economici
Economia circolare è una locuzione che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecostenibilità.
Si tratta quindi di un cambio di modello economico per una nuova politica industriale. “L’economia lineare, quella attuale, genera ricchezza estraendo materie prime, lavorandole, trasformandole in prodotti che finiscono in discarica o, quando va bene e comunque in una parte infinitesimale, ai centri di riciclo. Non è (solo) colpa dei consumatori ma del modo in cui la produzione è stata pensata.
In un’economia circolare, invece, tutto è progettato per ringenerare valore, evitando l’estrazione di materiali, l’uso di energia non rinnovabile e la produzione di scarti. In pratica si tratta di allungare la vita dei prodotti attraverso diverse strategie: la condivisione, la riparazione, il riuso e la ridistribuzione, la rigenerazione e la rimanifattura e solo in ultima istanza il riciclo delle parti effettivamente riciclabili per rimetterle in circolo. Mentre per i beni realizzati con materiali biologici, c’è la re-immissione nel ciclo naturale o la trasformazione in bio-energia». (cit. Ellen Mac Arthur, 29/3/2020, https://www.designatlarge.it/ellen-macarthur-intervista/)
La sostenibilità nei processi produttivi diventa chiave di competitività sui mercati. È una risposta economica, sociale e culturale allo spreco di risorse in via di esaurimento che determina diseguaglianze e conseguenze ambientali.
Il concetto di economia circolare è quindi intimamente legato a quello di sviluppo sostenibile.
Il 18 aprile 2018, il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha approvato a larghissima maggioranza il pacchetto sull’economia circolare che contiene una serie di disposizioni volte a promuovere la transizione verso un’economia circolare, in alternativa all’attuale modello economico lineare.
Il pacchetto stabilisce per l’UE ambiziosi obiettivi di riciclaggio e di riduzione delle discariche, il primo è il riciclo di almeno il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025. Questa quota è destinata a salire al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Il secondo obiettivo è il riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggi entro il 2025 (70% entro il 2030) con obiettivi diversificati per materiale, e infine le nuove regole riguardano anche le discariche e prevedono un obiettivo vincolante di riduzione dello smaltimento in discarica che deve essere pari al massimo al 10% del totale dei rifiuti urbani entro il 2035.
Economia circolare e logistica
L’economia circolare implica il progressivo ripensamento/riprogettazione dei prodotti e dei processi produttivi. Dei prodotti, perché già nelle fasi iniziali va definita, non solo la loro funzionalità rispetto ai bisogni da soddisfare, ma anche il destino finale di ogni singolo componente; dei processi produttivi perché questi devono essere congruenti con i principi della sostenibilità ambientale ed economica.
Anche la logistica può dare un grande contributo a rendere più sostenibile e meno impattante tutta la catena logistico-trasportistica, le cui regole di funzionamento stanno cambiando sotto la spinta delle nuove modalità di consumo (es. e-commerce), che richiedono una profonda revisione, non solo dei modelli distributivi, ma degli stessi presupposti su cui sono stati costruiti.
È un mutamento forse epocale di prospettiva, che nasce dal profondo della società e che inevitabilmente coinvolge ogni suo aspetto, anche quelli più operativi.
I nuovi paradigmi sembrano essere quelli legati, ad esempio, al cosiddetto Internet fisico (Physical Internet), nato dall’intuizione di Benoit Montreuil (Georgia Institute of Technology e CIRRELT di Montréal), o dell’economia della condivisione (Sharing economy).
Nel primo caso l’obiettivo of this grand challenge is to enable the global sustainability of physical object mobility (transportation, handling), storage, realization (production, assembly, finishing, refurbishing and recycling), supply and usage. (B. Montreuil, Towards a Physical Internet, meeting the global logistics sustainability, grand challenge).
Nel secondo caso si fa riferimento all’economia delle piattaforme, attraverso le quali prodotti e servizi vengono scambiati. Il tipico esempio sono le piattaforme per l’e-commerce, ma non c’è solo quello; si possono scambiare anche servizi di trasporto, piuttosto che spazi di magazzino, ottimizzando in questo modo gli asset e aumentandone l’efficienza, ossia riducendone i costi, non solo monetari, ma anche ambientali.
Ma altri esempi di contributo dei servizi logistici all’economia circolare e quindi alla sostenibilità possono essere fatti: utilizzo di mezzi di trasporto e dei combustibili meno inquinanti, saturazione dei mezzi o delle unità di carico (ridurre il trasporto di “aria”), ottimizzazione dei percorsi, non solo riducendo le percorrenze assolute, ma tenendo conto anche delle condizioni di traffico (aumenta la distanza percorsa, ma si riducono i consumi di carburante dovuti alla congestione del traffico).