Agenda 2030, una sfida globale per lo sviluppo sostenibile
Oggi vi è una diffusa consapevolezza che occorre cambiare radicalmente il nostro modello di sviluppo per far sì che la triplice crisi (ambientale, sociale ed economica) che stiamo vivendo non porti l’umanità ad una situazione di non ritorno.
La sfida è molto impegnativa e richiede una regia internazionale, praticabile solamente attorno ad alcuni valori condivisi.
Il benessere è basato su stili di vita e di consumo che non hanno saputo tenere conto delle scarsità di risorse disponibili per una popolazione in forte crescita e che si sono scontrati con un aumento delle disuguaglianze anche all’interno dei Paesi più avanzati.
L’insostenibilità dell’attuale situazione e l’urgenza di trovare un nuovo equilibrio hanno guidato gli sforzi internazionali che hanno finito con il trovare un importante momento di sintesi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata a New York nel settembre del 2015.
La sostenibilità non è una questione puramente ambientale. A quattro anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030 vi è sempre più consapevolezza nella società civile, nel mondo delle imprese, nel Governo nazionale, nelle Amministrazioni e nell’opinione pubblica, riguardo la necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare un importante cambio di paradigma socio economico, le numerose e complesse sfide ambientali e istituzionali.
L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede, infatti, un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.
Strategia di Sviluppo Sostenibile e monitoraggio dell’Agenda 2030
Tutti i Paesi sono chiamati a impegnarsi per definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli obiettivi fissati, comunicando i risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’ONU.
Ciascun Paese viene infatti valutato annualmente in sede ONU attraverso l’attività dell’ High level Political Forum (HLPF), che ha il compito di valutare i progressi, i risultati e le sfide per tutti i Paesi, e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
Ogni quattro anni si svolge, inoltre, un dibattito sull’attuazione dell’Agenda 2030 in sede di Assemblea Generale dell’ONU, alla presenza di Capi di Stato e di in sede di Assemblea Generale dell’ONU, alla presenza di Capi di Stato e di Governo: la prima verifica di questo tipo è stata realizzata nel settembre 2019.
La Commissione europea, durante il discorso di apertura della seduta plenaria del Parlamento europeo presieduta da Ursula von der Leyen (luglio 2019), ha presentato un ricco programma d’azione da realizzare per i prossimi cinque anni, in cui emerge chiaramente la volontà dell’Unione di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche in relazione all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, e prepara il terreno per una strategia globale dell’UE per gli anni 2019-2024.
In Italia è stata istituita la Cabina di regia “Benessere Italia”, l’organo della Presidenza del Consiglio cui spetta il compito di “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei cittadini”. Un passo avanti per dotare l’Italia di una governance per l’Agenda 2030, uno strumento che permetterà al Governo di promuovere un benessere equo e sostenibile attraverso la definizione di nuovi approcci nuove politiche.
Rigenerazione equo sostenibile dei territori, mobilità e coesione territoriale, transizione energetica, qualità della vita, economia circolare sono le cinque macroaree in cui si sviluppano le sue linee programmatiche. Pongono al centro la persona e mirano alla promozione di stili di vita sani, alla definizione di tempi di vita equilibrati, alla progettazione di condizioni di vita eque, alla promozione di azioni finalizzate allo sviluppo umano, alla formazione continua.
Per approfondimenti si rimanda all’analisi della realtà italiana riportata nel Rapporto ASVIS 2019.